Chiusi in casa da fine febbraio, più o meno. Nessuno spostamento è consentito ne’ tantomeno è permesso viaggiare. Per chi era abituato a pianificare vacanze e tour di vario tipo è una notevole limitazione. Tutti abbiamo capito che in primo piano c’è la salute e che è necessario limitare i contatti. Non solo, ma capiamo anche che cambierà, non appena sarà possibile muoversi, il modo di viaggiare, con nuove regole da rispettare. Sarà una nuova dimensione, tutta da sperimentare. Del resto abbiamo cambiato il modo di fare la spesa, di uscire, cambieremo il modo di andare dal parrucchiere, al ristorante e al bar e quindi anche il modo di viaggiare. “Viaggiare” fa parte della nostra dimensione umana e come tale rappresenta un momento di crescita, confronto, scoperta, riscoperta di noi stessi, evasione. Nonostante le difficoltà di un momento storico particolare, il desiderio di esplorare, scoprire nuove dimensioni e tornare nei luoghi che più amiamo, è sempre più vivo. Anzi tutte le limitazioni alla nostra libertà ci portano a desiderare intensamente il momento in cui potremo, anche se con tutte le distanze del caso, tornare a viaggiare. Se da una parte per il turista il viaggio rappresenta un’occasione per far emergere il proprio status sociale, dall’altra per il viaggiatore il viaggio è un modo per ritrovarsi, per esplorare, per sperimentare nuove dimensioni, per conoscere paesi e culture diverse. Il turista cerca i luoghi alla moda che fanno tendenza mentre il viaggiatore vive il viaggio come sua massima espressione e come conoscenza di sé. La vacanza e il viaggio rappresentano entrambi momenti di svago, di gratificazione, di crescita, di evasione dalla routine.

Viaggiare o partire per una vacanza: un mix di relax, divertimento, l’occasione tanto attesa dopo mesi di lavoro. Ma il viaggio non è solo un fenomeno economico, è soprattutto un momento di crescita personale con risvolti psicologici. Partire in latino significa “dividere, separare”, o più genericamente “allontanarsi”. Chi parte si “allontana” da un luogo, da una situazione e affronta il nuovo, si misura con persone e culture diverse e si mette alla prova. La partenza, il viaggio, presuppongono una fase di preparazione, un programma in cui il viaggiatore pianifica ed immagina la nuova esperienza. Il bello del viaggio però sta proprio nel vivere di giorno in giorno anche gli imprevisti e misurarsi con situazioni diverse dalla routine quotidiana.

Inutile negare che anche in piena emergenza da Covid-19 la nostra immaginazione è riuscita a “viaggiare”: chi non si è lasciato andare a postare sui social le foto della scorsa estate oppure le immagini dell’ultimo viaggio  in qualche città d’arte? Un modo per allontanare la tristezza e ripensare a momenti spensierati, che ora ci mancano tantissimo.

Sono sicura però che molti di noi stanno pensando alle vacanze. Nonostante il momento critico, le incognite, l’emergenza economica, è giusto fantasticare e pensare di poter trascorrere qualche giorno al mare o in montagna, magari a pochi chilometri da casa, in una località che non conosciamo e che abbiamo sempre snobbato perché, secondo noi, poco trendy. Mai come in questo periodo è necessario rivalutare l’Italia, i piccoli borghi e dare una boccata di ossigeno alla filiera che vive di turismo.

Voglio essere ottimista e, perché no, cominciare a preparare le valigie , perché dopo due/tre mesi trascorsi tra le quattro mura, niente sarà più terapeutico di una vacanza, di un breve tour in un angolo della nostra bellissima Italia per respirare aria di rinascita e per scoprire i colori e i sapori da nord a sud.

Cosa metterò in valigia? Poche cose, meglio puntare sulla comodità e su qualche accorgimento ed attenzione post Covid-19. Quello che non dovrà mancare è il desiderio di nuove esperienze. Mantenere le distanze e rispettare alcune regole non significa rinunciare a godere delle bellezze dell’Italia.

Maria