Il Golfo della Spezia non solo ha una parte denominata Golfo dei Poeti, perché ha accolto e continua ad accogliere artisti, scrittori, giornalisti, registi dal 1500 ai giorni nostri, ma può annoverare fra gli abitanti due delle più belle e intriganti donne del loro tempo: Simonetta Cattaneo Vespucci e Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione.

Simonetta Cattaneo Vespucci

In periodo medievale molte famiglie genovesi si unirono in consorterie o Alberghi legate da vincoli di sangue o interessi economici, di mutuo soccorso e difesa, generalmente assumevano il nome della famiglia più importante come Doria o Grimaldi o Cattaneo della Volta, dando vita dal 1383 a secolari dinastie nella Repubblica. Alla metà del 1400 per una serie di vicissitudini politiche Gaspare Cattaneo della Volta e la moglie Catocchia Spinola dovettero lasciare Genova per trasferirsi a Fezzano e spesso a Piombino. Infatti, in prime nozze Catocchia aveva sposato il doge Battista I Campofregoso da cui aveva avuto una figlia Battistina andata sposa al duca di Piombino che spesso per affari ospitava anche Piero Vespucci, banchiere fiorentino della cerchia dei Medici. Simonetta Cattaneo nacque, nel 1453, probabilmente a Fezzano, di lei si innamorò perdutamente il giovane Marco Vespucci, cugino del ben più famoso Amerigo. Il matrimonio era ben accetto per motivi economici da entrambe le famiglie, così Simonetta a 16 anni andò sposa a Marco, a Genova nella chiesa gentilizia di San Torpetealla presenza del Doge e di tutta l’aristocrazia cittadina. La coppia venne accolta a Firenze da Giuliano e Lorenzo de Medici che in loro onore diedero una sontuosa festa nella villa di Careggi. La coppia ospite nel palazzo Medici in via Larga, faceva parte dell’allegra colta corte dei due fratelli, sembra che lei non apprezzasse particolarmente il marito, che non aveva molti meriti se non quello di aver ereditato una fortuna che dilapidò velocemente. In quel tempo un cavaliere se amava una dama, lo manifestava con un corteggiamento fatto di sospiri, poesie, omaggi, e durante le giostre in onore di questo o quel personaggio giostrando con i colori dell’eletta. Molti corteggiavano Simonetta, Giuliano il bello, l’affascinante fratello minore di Lorenzo se ne innamorò. Simonetta era celebrata in tutta Firenze, il Poliziano, il Pulci, persino Lorenzo le dedicarono dei versi, ma la sua bellezza e la sua grazia sono state rese eterne dal grande Sandro Botticelli che ne fece la protagonista di opere quali la Primavera, la Nascita di Venere, Pallade e il Centauro. Nel 1475 la fama di dama Simonetta fu consacrata dal torneo in onore di Giuliano de’ Medici, che compiva 21 anni e che a lei dedicò la vittoria. Alla Giostra parteciparono cavalieri delle più nobili famiglie di Firenze e di tutta la penisola, la ricchezza delle armature e finiture lasciò senza fiato i presenti, Giuliano aveva un’armatura d’argento con un elmo cesellato dal grande Andrea Verrocchio, Botticelli aveva dipinto lo Stendardo, di cui ci rimane solo un disegno, che ritraeva Simonetta come Pallade, dea della virtù e della Sapienza, accompagnato dalla frase “La sans Par “. Per i due giovani fu un trionfo, l’ultimo l’anno seguente nel 1476 Simonetta si ammalò di tubercolosi, malgrado le cure morì poche settimane dopo, era tanto famosa che negli Archivi di Stato di Firenze è annotato: “Addì 26 aprile 1476, è morta Simonetta “. Sembra che Marco fosse estremamente geloso della moglie, tanto che dopo la sua morte con il padre complottò contro i Medici.  Due anni dopo la morte di Simonetta, nello stesso giorno Giuliano cadde pugnalato a morte durante la Congiura dei Pazzi, in Santa Maria del Fiore. La giovane fu sepolta nella chiesa di Ognissanti a Firenze, Sandro Botticelli che morì nel 1510 lasciò scritto di voler essere sepolto ai suoi piedi.

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