La Costa Azzurra e i suoi artisti

Chi era Stéphen Liégeard (1830-1925)? Questo avvocato, sotto-prefetto, scrittore non è tanto ricordato per le sue opere letterarie quanto per aver intitolato un suo libro, guida turistica e storica: “La Côte d’Azur de Marseille à Menton “nel 1887. Da allora basta questo nome per evocare mare, sole, bellezza, gioia di vivere, letterati, poeti, pittori, artisti, ricchezze enormi che con raffinatezza hanno finanziato architetture uniche. Nissa la Bella ne è la capitale, il fascino della Baia degli Angeli ha sedotto pittori e artisti del passato e di oggi, che sono stati ammaliati anche da Antibes, Vence, Saint Paul, Mougins, Vallauris, Biot, Cagnes-sur-mer. Possiamo visitare in tanti modi questi meravigliosi luoghi, uno dei miei primi ricordi sono i colori dell’Estérel, il blu del mare, il verde dei Pini, il rosso della terra che da quando avevo 2 anni mi accompagnano con il ricordo dei miei genitori a Saint Raphaël. I ricordi di gioventù mi fanno rivivere vacanze dolci e spensierate, ma da quando sono diventata guida PACA sono stata rapita dal fascino degli artisti che hanno lavorato e amato in questa regione, le città, i luoghi li vedo e li vivo anche attraverso l’arte di uomini che mi hanno affascinata, per il loro genio, le loro personalità, la loro opera. Scriverò dei articoli su alcuni di questi artisti.

MARC CHAGALL

Marc Chagall diceva: “Ringrazio il destino per avermi condotto sulle sponde del Mediterraneo “, in Costa Azzurra aveva trovato “la più bella luce che possa esistere”. Questo artista bielorusso di Vitebsk, ebreo chassidista, dal 1910 aveva studiato a Parigi dove tornò a vivere dopo aver lasciato definitivamente la Russia nel 1922. Durante il secondo conflitto mondiale trovò rifugio negli Stati Uniti. Nel 1948 rientrò in Francia e dal 1949 al 1985 anno della sua morte visse in Costa Azzurra che anche nel dopoguerra si rivelò un vero e proprio cenacolo artistico grazie alla presenza di artisti quali Matisse, Picasso, Magnelli, Léger, Staël e molti altri. Chagall considera la pittura come pane quotidiano, a Parigi già nel primo decennio del 1900 si accosta alla Scuola di Parigi di cui facevano parte artisti di tutto il mondo fra cui Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Maurice Utrillo, Chaïm Soutine, Tsuguharu Foujita, Jules Pascin e lo scultore Constantin Brancusi. Inoltre Chagall conosce Picasso e si avvicina al Cubismo. Più tardi dopo il 1922 a Parigi si accosta ai Surrealisti con cui aveva in comune i concetti di astrazione e simbolismo e da cui trarrà la tendenza ad accostare illogicamente cose e persone. Ma il pittore elabora una poetica tutta sua, uno stile personale influenzato dal suo mondo e dalla sua cultura, ci parlerà dell’amore coniugale, della famiglia, della vita dei contadini in Russia, della struggente nostalgia per il suo paese, dei motivi della tradizione ebraica. Chagall non analizza l’inconscio ma insegue la magia del sogno la bellezza e la nostalgia del ricordo, compie un viaggio nel suo passato, nel passato della sua gente, disegna e colora immagini festose sospese in un mondo immaginario e senza tempo dove uomini e donne volano, i musicisti suonano sui tetti, gli animali volano e i paesaggi sono capovolti per lui presente, passato e futuro si fondono, spazio e tempo non esistono. Il circo lo affascina, gli fa scoprire nuovi orizzonti i personaggi, le scene sono coloratissime è un mondo reale ma immaginario e meraviglioso. Chagall proprio per la sua vita errabonda in tanti quadri dipinge sullo sfondo le città a cui è indissolubilmente legato: Vitebsk, Gerusalemme, Vence, Parigi, anzi molte volte, le stesse, compaiono insieme, spesso capovolte nella stessa tela, come a voler ricordare dei punti fermi della sua vita come del resto i suoi due grandi amori Bella e Vava. Bella, la prima moglie, morta nel 1944 negli Stati Uniti è rappresentata in molti quadri come simbolo di amore e di felicità coniugale. A Nizza, nel Museo Chagall nato nel 1966 per ospitare le tele che l’artista aveva dipinto per la decorazione di una cappella, troviamo il suo bellissimo messaggio Biblico, racconto di luce e colori dei passi del Libro sacro agli ebrei per lui più importanti, ma non solo, troviamo l’illustrazione del Cantico dei Cantici, dedicata al suo secondo grande amore l’ultima moglie Vava. Qui l’amore fra re David e Betsabea è rappresentato dallo stesso sentimento fra il pittore e Bella, raffigurazione onirica della donna simbolo di amore e fedeltà coniugale. Chagall colpisce per il suo profondo messaggio di pace, la sua poetica è universale. Del resto dona le opere del Messaggio Biblico alla Francia affermando di aver voluto dipingere il sogno di pace dell’umanità. Lui, ebreo attraverso la rappresentazione del Cristo crocefisso, con i lombi coperti dal tallit, il mantello rituale ebraico, rappresenta la sofferenza dell’umanità e del suo popolo. Nella Crocifissione Bianca del 1938 racconta la persecuzione sovietica a Vitebsk, la distruzione, la disperazione, la fuga, il quadro prefigura ciò che sarà la Shoà.