Nel giorno delle celebrazioni per i settecento anni dalla  morte del Sommo poeta, avvenuta il 14 settembre 1321 a Ravenna, non possiamo dimenticare la sua presenza nel nostro territorio.  Nel 1306, Dante fu ospite del marchese Franceschino Malaspina di Mulazzo che lo aveva invitato alla sua corte, come testimoniano due documenti ritrovati a metà del 1700 dal marchese Manfredi di Terrarossa e, nello specifico due atti notarili rogati dal notaio Giovanni  Parente di Stupio,  ossia la procura accordata a Dante da Franceschino Malaspina per firmare la Pace di Castelnuovo che poneva fine alle feroci lotte fra i Marchesi Malaspina e il Vescovo conte di Luni nel 1306.  Ma come arrivò Dante a Mulazzo e perché fu scelto proprio lui come mediatore politico?  Molto probabilmente già il marchese Moroello Malaspina , signore del Castello di Giovagallo aveva conosciuto il sommo poeta per tramite di un amico comune tal Gino da Pistoia. Moroello partecipò alle lotte fra guelfi e ghibellini e pur essendo un uomo di armi, amava circondarsi di intellettuali fra cui Dante che nel 1306, in fuga da Firenze fu anche suo ospite . All’epoca l’Alighieri stava già lavorando  alla “Comedia” di cui aveva già composto i primi sette Canti dell’Inferno e pare che Gino da Pistoia li avesse fatti recapitare a Moroello poiché il poeta li aveva lasciati a Firenze.  Il dantista professor Galanti ipotizzò che Dante si trovasse in Lunigiana già dalla primavera del 1306 il che spiegherebbe la forte stima che  Franceschino Malaspina aveva nei suoi confronti  tanto da indurlo ad affidargli la procura per la stipula della Pace di Castelnuovo che avvenne il 6 Ottobre del 1306. I due atti vennero rogati nello stesso giorno, la procura fu firmata all’alba davanti a testimoni a Sarzana nella Piazza della Calcandola, odierna Piazza Matteotti; l’altro che è il trattato di pace venne redatto a Castelnuovo Magra, nel palazzo vescovile alla presenza di diversi testimoni, Dante e il vescovo Antonio Nuvolone da Camilla sugellata dal bacio scambiato in pubblico tra questi ultimi. Questi documenti contenuti in un Cartulario e recentemente restaurati, sono conservati nell’Archivio di Stato della Spezia.  A perenne ricordo di questo avvenimento che pose fine alle continue lotte fra la famiglia Malaspina e il Vescovo conte di Luni, nel 1906, sulla facciata del Palazzo comunale di Sarzana che si affaccia sull’ex Piazza della Calcandola, fu posta un’epigrafe dettata da Achille Pellizzari che si conclude con il celebre verso “Orma di Dante non si cancella” . Il sommo poeta dedicò la maggior parte del  Canto VIII del Purgatorio alla Lunigiana storica, nei versi 115-117 quando lo spirito di Corrado Malaspina gli chiede della Val di Magra, Dante recita :

Cominciò ella/di Val di Magra o di parte vicina/sai, dillo a me, che già grande là era…

La Val di Magra viene citata anche nel XXIV canto dell’Inferno versi 144-147 dove si legge

Tragge Marte vapor di Val Di Magra/ ch’è di torbidi nuvoli involuto/e con tempesta impetuosa e agra

Dante  nomina Lerici nel III Canto del Purgatorio versi 49-51 quando descrisse la spaventosa ascesa alla Montagna del Purgatorio e dove recita

Tra Lerice e Turbia la più diserta/la più rotta ruina è una scala/verso di quella, agevole e aperta

Nel Canto XIX del Purgatorio Dante ricorda Alagia Fieschi Malaspina moglie di Moroello Malaspina che a sua volta viene citato nel canto XXIV dell’Inferno.

Dal 2003 a Mulazzo c’è la Casa di Dante, un Centro culturale polivalente, sito al piano nobile dell’unica casa torre rimasta nella cinta muraria dell’antico borgo medievale, corte della famiglia Malaspina del ramo Secco; mentre nel Castello di Fosdinovo della famiglia dei Malaspina del ramo Fiorito, nel salone delle feste si possono ammirare gli affreschi che raccontano le fasi della Pace di Castelnuovo e  la camera di Dante dove la leggenda vuole che il sommo poeta abbia soggiornato. Quel che è certo è che Dante Alighieri calpestò le nostre terre nel suo eterno errare da esiliato dalla sua città Firenze che, nel suo tempo, si mostrò ingiustamente matrigna verso questo suo figlio che la amava tanto.

Paola

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